I programmi di storia da Casati a Gentile
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.2704-8217/12528Parole chiave:
Storia, Didattica, Italia post-unitaria, Nazionalismo, ScuolaAbstract
Dopo l’Unità, era fondamentale garantire l’alfabetizzazione. Poi i programmi di storia si imposero come elemento di formazione della cittadinanza. Dovevano dare una narrazione ben definita, monarchica e funzionale all’ordine. A lungo la formulazione dei programmi fu un cantiere aperto. Dapprima ebbe notevole importanza il pensiero positivista di Aristide Gabelli, poi la reazione idealistica e le tendenze nazionaliste conquistarono spazio, mentre sempre più si affermava l’idea dell’esame come fondamentale strumento della selezione sociale. La Grande guerra accelerò quelle convinzioni alimentando una vera e propria idea nazionalista della storia. La fiducia in un piano di educazione nazionale imperniato sull’esame di stato e sulla selezione: la storia fu fondamentale nel progetto di Croce; la filosofia nel progetto di Gentile. Ma tra i due ci fu affinità nella visione di una società elitaria.
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