La memoria dei luoghi per la loro valorizzazione. Il caso dei patrimoni immobiliari delle comunità claustrali in dismissione
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.2704-8217/18253Parole chiave:
Valorizzazione, Patrimonio culturale delle comunità di vita consacrata, Riuso Beni Ecclesiastici, Metodi di riuso, Beni ComuniAbstract
Il calo nel numero dei religiosi e, soprattutto, delle religiose aprirà il tema, nei prossimi anni, di sempre più consistenti patrimoni immobiliari ecclesiastici dismessi e pertanto da rifunzionalizzare. Mentre gli edifici di culto nella proprietà delle diocesi hanno avuto, almeno in Italia, una catalogazione, quelli delle Comunità di Vita Consacrata sono ignoti e, allo stato attuale pertanto, ammettono percorsi di valorizzazione “caso per caso” che tuttavia iniziano ad evidenziare possibili metodologie di lavoro replicabili: la comprensione del significato e della storia dei beni come via per recuperarne la memoria collettiva, pianificarne il riuso come beni comuni. Esemplificano questo approccio le azioni intraprese sull’ex Monastero Agostiniano di Vicopelago a Lucca, ove non solo l’uso dello spazio ma anche la sua gestione interpreta la precedente presenza monastica, reiterando le modalità protodemocratiche mediante le quali la comunità prendeva le proprie decisioni.
Downloads
Pubblicato
Come citare
Fascicolo
Sezione
Licenza
Copyright (c) 2023 Luigi Bartolomei
Questo lavoro è fornito con la licenza Creative Commons Attribuzione 4.0 Internazionale.