Narrare e comunicare la storia in assenza di fonti scritte in ambito museale
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.2704-8217/10817Parole chiave:
Archeologia, Didattica museale, FontiAbstract
Si presenta l’esperienza del MUV – Museo della civiltà Villanoviana di Castenaso (BO), come esempio delle metodologie di didattica della storia usate in un museo archeologico. Tale compito risulta complesso per l’assenza di fonti scritte, a favore di altre testimonianze del passato: archeologiche, materiali, iconografiche e architettoniche. Un museo archeologico deve caratterizzarsi come una fucina di storie per far rivivere in modo immersivo le realtà di un tempo remoto, attraverso oggetti, parole, immagini e suoni. La visita deve configurarsi come un’esperienza di storytelling, attraverso il racconto del passato, che dimostra come la storia sia collegata in modo vivo al presente, in quanto il visitatore ‘tocca con mano’ il reperto archeologico, ovvero il prodotto del passato che la storia restituisce. Ne risultano due effetti diversi: la risonanza, per cui l’oggetto esposto diventa il fossile guida di una civiltà; la meraviglia, per il quale il reperto trasmette un senso di eccezionalità.Downloads
Pubblicato
2020-07-13
Come citare
Poli, P., & Sindaco, M. (2020). Narrare e comunicare la storia in assenza di fonti scritte in ambito museale. Didattica Della Storia – Journal of Research and Didactics of History, 2(1S), 684–694. https://doi.org/10.6092/issn.2704-8217/10817
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Esperienze
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